lunedì 28 novembre 2011

L'Abusiva

Visse in me da clandestina
per l'erosione del dolore
e  per l'aurora di una gloria.
Fu indulgenza e vittoria
fu luce e penombra
fu la mia ossessione.
Il morso della sua essenza
fu succo che avvelena
l'emorragia del flusso
che finisce con un amen
e poi è armonia.
La convivenza nostra pareva
coercizione,
invece fu la complicata
coesione di due opposti.
La sofferta perfezione
(che mai si avvera).
Lei pagata sottocosto
senza passaporto l'identità
non rivelava
ma rivelava di nascosto
la bellezza del poema
mi ammoniva.
Così divenne da abusiva
la mia padrona (e maestra).
Vivemmo sopra il tempo 
in un castello di percezioni.

Carmen

(dedicata a ciò che scrivo)  

2 commenti:

  1. bello ciò che scrivi, bella tu
    :-)

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  2. Grazie Massimo, sei molto gentile.

    Un abbraccio!

    Carmen :)

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