martedì 24 gennaio 2012

LA RAGIONE DELLA CIVETTA



Sarà la serenata del grillo
per l’assenza della luna piena
lo svolazzare di nottola
intorno al lampione
che mi tiene desta
o sarà il silenzio della lampara
sulle onde dove scompare
l’immagine del grembo vasto
l’invisibile carezza sul volto.
Tra rumori sconosciuti al ricordo
mi abbandono
prende posto madame Tristezza
nella nicchia del mio cuore.
Sarà che la civetta
per me stanotte è arrivata,
mi guarda con due occhi grandi
ride, a ragione.

Carmen


martedì 17 gennaio 2012

ERANO TEMPI DIVERSI

Erano giorni di sangue e sudore e c’era poco tempo per fare l’amore. Si mangiava pane e castigo, eppure la femmina era sempre incinta, partoriva in casa e l’uomo tracciava solchi per la semina.
Le strade, quando c’erano, erano buche. A pensarci bene, tutto era buio e poco sereno.
I sogni…, canzoni di sera. L’ozio, un film da vedere.
La filosofia si fondava sui calli di chi setacciava la giornata e gli ideali era appesi in cima al soffitto a stagionare. Si lottava e si cantava per farsi coraggio sui campi, ingravidati dalla speranza.
Erano tempi adulti, dove i bambini erano troppo seri e portavano a casa uno spicciolo per cena e la domenica, il tempo per una preghiera , e poi di nuovo sui campi.
Nessuna vacanza, se non quella del sonno.
Si ascoltava la voce rauca del vecchio saggio e la vedova era sacra. E chi era single era zitella. Sempre in attesa.
Erano tempi di cattedrali di dolori e la gioia una parola degli altri.
Ora, che le strade sono asfaltate e la femmina è diventata donna e partorisce all’ospedale; ora che si butta il cibo che avanza perché i bambini sono viziati; ora che il contadino lavora in fabbrica perché gli conviene; che nessuno si occupa del vecchio ed ascolta; ora che le finestre sono chiuse, perché non vogliamo la polvere insieme alla luce, siamo seduti sulle fatiche di certi eroi, che parlavano poco e lavoravano tanto.


CARMEN

giovedì 12 gennaio 2012

L'AUDACE




L’impavido s'inoltrò  
nelle stanze della terra
dagli occhi gelide
seppe togliere la polvere
dalle tante verità
e la menzogna cadde in ginocchio
al tabernacolo di pietra

gli anni divennero sabbia
le oasi buchi nella memoria
il canto della cicala
un requiem per l’illusione


ma l'amore sopravvisse
e scorreva lava rossa  
nelle zolle dell’audace.




Carmen