martedì 17 gennaio 2012

ERANO TEMPI DIVERSI

Erano giorni di sangue e sudore e c’era poco tempo per fare l’amore. Si mangiava pane e castigo, eppure la femmina era sempre incinta, partoriva in casa e l’uomo tracciava solchi per la semina.
Le strade, quando c’erano, erano buche. A pensarci bene, tutto era buio e poco sereno.
I sogni…, canzoni di sera. L’ozio, un film da vedere.
La filosofia si fondava sui calli di chi setacciava la giornata e gli ideali era appesi in cima al soffitto a stagionare. Si lottava e si cantava per farsi coraggio sui campi, ingravidati dalla speranza.
Erano tempi adulti, dove i bambini erano troppo seri e portavano a casa uno spicciolo per cena e la domenica, il tempo per una preghiera , e poi di nuovo sui campi.
Nessuna vacanza, se non quella del sonno.
Si ascoltava la voce rauca del vecchio saggio e la vedova era sacra. E chi era single era zitella. Sempre in attesa.
Erano tempi di cattedrali di dolori e la gioia una parola degli altri.
Ora, che le strade sono asfaltate e la femmina è diventata donna e partorisce all’ospedale; ora che si butta il cibo che avanza perché i bambini sono viziati; ora che il contadino lavora in fabbrica perché gli conviene; che nessuno si occupa del vecchio ed ascolta; ora che le finestre sono chiuse, perché non vogliamo la polvere insieme alla luce, siamo seduti sulle fatiche di certi eroi, che parlavano poco e lavoravano tanto.


CARMEN

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