sabato 7 aprile 2012

SAPEVO PIANGERE IN UN'ALTRA LINGUA




La luna è piena di sogni e fantasia stasera. Cibo per l’anima.

Venerdì santo agli argini del fiume che sonnecchia sotto ponti

illuminati a festa.

Luci che riflettono statue di eroi angeli e santi, sembrano dei

giganti.

Roma di giorno rumorosa, offre di notte la fiaba dell’incanto a chi

passa.

E straripano promesse da bocche colmi di aromi esotici.

In me sono i ricordi a rompere gli argini della mente.

Salgono scale di marmo, bussano sulla porta dell’ultimo piano.

C’è lui, c’è lei. E il faro spento sopra il colle.

Dal cuore s’innalza una preghiera pagana. Per Dea Roma.

Per i vent’anni di un vissuto normale.

Nulla è per sempre, tanto meno una parentesi.

Un po’ di respiro per la vita in apnea, giusto quel poco che serve per

proseguire ed essere pronti alla prossima sorpresa.

Io sapevo piangere in un’altra lingua, Roma mi ha insegnato a ridere

con ironia.

Carmen

1 commento:

  1. Stupenda!!!
    Ti auguro un week end di pace e serenità
    Edo

    RispondiElimina